Avanti tutta!
Titus Haltiner è in sedia a rotelle dal suo incidente in moto, 33 anni fa. Oggi 56enne, gestisce un negozio di moto con un’ottima fama.
Testo: Peter Birrer
Foto: Walter Eggenberger
La moto, la sua passione
Dopo una formazione di meccanico di moto durata quattro anni e mezzo, non ci pensa due volte e si mette subito in proprio, riparando biciclette e motorini in un locale della casa dei suoi genitori. I clienti non mancano e nel tempo libero anche lui stesso si dedica alla sua passione di motociclista. Ma il 6 settembre 1986 insieme alla sua ragazza fa un giro in moto che si rivelerà fatale. I due cadono rovinosamente: la sua ragazza perde la vita, mentre lui rimane gravemente ferito. All’ospedale gli diagnosticano una paraplegia incompleta, ovvero un futuro in sedia a rotelle.
Le emozioni e le immagini di allora sono impresse nella sua memoria: «Non è stato un periodo facile. Sono stato fortunato ad avere l’appoggio dei miei cari. La mia famiglia, gli amici... dovevo pur andare avanti in qualche modo.» Anche il lavoro nella sua piccola impresa gli è stato d’aiuto nell’elaborazione dell’accaduto.
L’incidente fa ormai parte della sua storia, così come i cinque mesi successivi trascorsi a Basilea nella clinica riabilitativa, le operazioni, la sofferenza. Ciononostante, il suo viso si anima di un sorriso quando evoca alcuni momenti di quel periodo: condivideva una stanza a sei letti con altri pazienti nelle sue stesse condizioni, con i quali si intendeva a meraviglia. «Sono nate delle belle amicizie là», racconta. Con tre di loro è rimasto in contatto sino ad oggi. Un’altra persona che riserba in ottima memoria è Guido A. Zäch, il primario del Centro per paraplegici, ai tempi ancora con sede a Basilea. «Si occupava di ogni singolo paziente, ascoltava le loro preoccupazioni.»
Andare avanti
Una volta rientrato a casa a Montlingen (SG), non ci pensa neppure lontanamente ad abbandonare il suo mestiere di meccanico. Sua sorella Theres gli dà manforte e gli affari prosperano, l’azienda si ingrandisce. Essendo membro dell’Unione dei sostenitori della Fondazione svizzera per paraplegici all’epoca ricevette 100 000 franchi di sussidio sostenitori, che impiegò per adeguare alle sue esigenze sia la sua abitazione che l’automobile. Sebbene a livello di salute subisca vari contraccolpi, animato da grinta e passione, continua a perseverare nella su aprofessione. Nel 2009 apre un negozio moderno proprio accanto alla sua casa paterna, dove vende biciclette, motorini (incluse le famose Puch Maxi), moto di grossa taglia, caschi, indumenti e accessori.
Oggi ha dieci impiegati, suo fratello Tobias gli dà una mano a dirigere il personale. Sei giorni la settimana Titus lo si trova immerso nel suo mondo. Ferie o grandi viaggi? Non ne ha bisogno. «Non sono il tipo.» Se gli affari vanno a gonfie vele, e secondo lui il merito è soprattutto dei suoi impiegati: «Ho la gran fortuna di avere degli ottimi collaboratori, competenti e affidabili.»
Un udito sensibile
A volte gli viene voglia di avventurarsi oltre la frontiera e lasciarsi incantare dall’idilliaca regione collinosa del Vorarlberg austriaco. Allora Titus si siede sul suo trike, una moto a tre ruote che possiede dalla fine degli anni ‘80 – auto e moto in uno, all’epoca il primo modello omologato in Svizzera per i disabili – e si gode il paesaggio guidando placidamente. «Schiacciare l’acceleratore non mi tenta affatto.» Non disdegna neppure l’handbike, con la quale percorre chilometri e chilometri lungo il Reno. I momenti che trascorre con gli amici sono per lui particolarmente importanti: «Sin dall’inizio sono stati al mio fianco, sostenendomi nei momenti difficili, quando uscivano mi portavano sempre con loro nonostante il mio handicap.»
Nel corso dei tre decenni in carrozzella, Titus Haltiner si è abituato a molte cose. Sono ormai passati i tempi in cui sormontava ogni ostacolo con facilità, in cui saliva in quattro e quattr’otto in sella a una moto pesante e schizzava via. Una cosa che non è cambiata, invece, è il suo infallibile fiuto per le moto. Quando sente arrivare il rombo di una moto nel cortile, sa immediatamente se c’è un problema al motore. Sente subito se il mezzo è in buone condizioni, senza doverci nemmeno salire su.
Ma ci sono anche dei momenti, in cui Titus s’incupisce, quando pensa: «Sarebbe bello se adesso potessi camminare normalmente.» Ben lungi dal voler suscitare compassione, non vuole comunque sopprimere le sue emozioni: «Nessuno è fatto di pietra.» In fondo Titus è contento di come vive la sua vita, nonostante soffra per le molte limitazioni. Quando a volte sente le lamentele delle persone che camminano, non può che scuotere la testa: «Non si rendono conto di quanto siano fortunate.»
La sfida
Nonostante i numerosi ostacoli e contraccolpi, Titus è soddisfatto di ciò che è riuscito a realizzare. Ma non intende ingrandirsi: «A 56 anni non ho intenzione di strafare.» È appagato di avere lavoro sufficiente da pagare puntualmente il salario ai suoi impiegati a fine mese.
Una lesione del midollo spinale comporta elevati costi consecutivi, per esempio per i lavori di adattamento dell’abitazione o dell’automobile. Aderite perciò come membri dell’Unione dei sostenitori della Fondazione svizzera per paraplegici, per ricevere 250 000 franchi nell’eventualità di un’emergenza.
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