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«Ci vuole sempre un po’ di coraggio per iniziare qualcosa di nuovo»
Essendo infermiera diplomata presso il Centro svizzero per paraplegici (CSP), Tamara Leutwyler affianca le persone mielolese sul percorso che le riporterà alla quotidianità.
Testo: Andrea Zimmermann
Immagini: Sabrina Kohler
Tamara, al momento si parla molto di quanto sia difficile il lavoro del personale infermieristico. A te perché piace invece?
È lo stesso motivo che mi ha spinta ad apprendere questa professione: mi interessano le persone. Essenzialmente quello che faccio è accompagnarle nei momenti sia difficili che belli. Ho avuto numerosi datori di lavoro e ho visto vari ambiti: le cure intense, le cure acute e la Spitex, ma il lavoro qui al CSP è completamente diverso, non si può paragonare. Qui ci si concentra veramente sulle persone. Mi rende orgogliosa poter aiutare i nostri pazienti a ritrovare la loro strada.
Per saperne di più su Tamara
La 37enne Tamara Leutwyler vive a Schenkon (LU) insieme ai tre figli e al marito. Da un anno e mezzo l’infermiera diplomata SSS lavora nel Centro svizzero per paraplegici (CSP), inizialmente facendo il cosiddetto turno falena. Poi, un anno fa assume la co-direzione del reparto di degenza G. Oltre a ciò, insegna presso il centro di formazione Xund, dove si adopera per la formazione professionale di base e continua del personale curante. Nel tempo libero ama esplorare la natura, sia facendo escursioni che sciando. Recentemente ha inoltre scoperto l’arte dell’hand lettering, ovvero della bella scrittura, un’attività che, insieme alla lettura, le permette di rimettere in equilibrio la frenesia quotidiana.
Da un anno e mezzo lavori al CSP. Cosa ti ha portata qui?
Una mia cara amica lavora qui e mi raccontava spesso del CSP. Così di tanto in tanto davo un’occhiata alle posizioni vacanti a Nottwil, e infine mi sono candidata per il turno falena, quello dalle 17.30 alle 23.00. Nella nostra professione non è scontato avere degli orari di lavoro regolari, quindi sono posizioni molto ambite, soprattutto da chi ha figli. Inoltre, per me è stato decisiva la possibilità di lavorare a tempo parziale e di poter organizzare in modo flessibile anche il periodo introduttivo, così da poter coordinare in maniera ottimale i miei appuntamenti privati.
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Nel frattempo hai assunto la co-direzione di un reparto di degenza. Cosa è cambiato da allora?
Ho assunto più responsabilità in tutti gli ambiti e sono un’interlocutrice diretta per i miei colleghi del reparto G. Inoltre, sono coinvolta nel processo di reclutamento dei nuovi collaboratori e sono una figura di riferimento nell’ambito della leadership. A maggio inizierò a frequentare un corso di leadership interno, ma il mio obiettivo è ottenere il CAS Leadership alla Scuola universitaria di Lucerna.
«L’équipe infermieristica e quella direttiva mi hanno sempre sostenuta moltissimo, anche quando ho iniziato a lavorare qui un anno e mezzo fa e non sapevo praticamente nulla sulla lesione midollare.»
Certo, tutto sommato significa che lavoro notevolmente più di prima. Ovviamente richiede uno sforzo aggiuntivo, che tuttavia si relativizza alla luce di quanto mi piace il mio lavoro. Ho sempre giocato con l’idea di assumermi più responsabilità. Sono molto grata che qui sia possibile suddividere la direzione su due persone e che quindi sia un compito compatibile con la vita di famiglia.
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Sei sempre stata fiduciosa di riuscire a conciliare questo ruolo con la famiglia?
Inizialmente in effetti non sapevo proprio come avrei fatto. Ma sia la mia famiglia e i miei amici che i colleghi mi hanno incoraggiata a osare questo passo. E ne sono immensamente grata. L’équipe infermieristica e quella direttiva mi hanno sempre sostenuta moltissimo, anche quando ho iniziato a lavorare qui un anno e mezzo fa e non sapevo praticamente nulla sulla lesione midollare. Ci vuole sempre un po’ di coraggio per iniziare qualcosa di nuovo. Ma in questo caso ne è assolutamente valsa la pena!
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Cosa facciamo, raccontato in breveLa Fondazione svizzera per paraplegici è un’opera solidale di pubblica utilità, impegnata a favore della riabilitazione globale delle persone con lesione midollare. Insieme alle sue società affiliate e organizzazioni partner assicura un’assistenza a vita alle persone para e tetraplegiche. La Fondazione svizzera per paraplegici sostiene finanziariamente il Centro svizzero per paraplegici. Nel Centro svizzero per paraplegici vengono trattati casi di lesione midollare e di lesioni alla schiena di altro genere. In Svizzera sono già 2 milioni di persone ad essere membri dell’Unione dei sostenitori della Fondazione svizzera per paraplegici.
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